Inquinamento Atmosferico - Introduzione
 
INQUINAMENTO ATMOSFERICO -  Introduzione

 

Introduzione

 

Fino al 1988 la normativa italiana inerente l’inquinamento atmosferico era sostanzialmente limitata ad un’unica legge di valenza generale (la Legge 13 luglio 1966, n. 615
”Provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico”
), in tema di inquinamento dei veicoli, industrie e impianti termici, più due norme codicistiche (l’Art. 844 c.c. in tema di “immissioni” e l’Art. 674 c.p. “sul getto si cose pericolose”) e infine, gli Artt. 216 – 217 del T.U.L.S. (Testo Unico Leggi Sanitarie) del R.D. (Regio Decreto) n.1265 del 1934 sulle lavorazioni insalubri.

        Nonostante i dati sull’inquinamento atmosferico siano sempre più scoraggianti nel mondo e soprattutto in Italia, è preoccupante pensare che nonostante il proliferare di leggi in materia, a tutt’oggi l’art.844 c.c. , l’Art. 674 c.p. , gli Artt. 216 – 217 e la Legge n. 615 sono ancora le norme più applicate.

 

 

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

 

Prima di cominciare a trattare le normative precedentemente enunciate bisogna innanzitutto fare un breve cenno su quello che sta accadendo al pianeta a causa dell’inquinamento atmosferico.

Una delle conseguenze più devastanti è il riscaldamento climatico. La temperatura del nostro pianeta continua a crescere a ritmo vertiginoso determinando un quotidiano aumento delle concentrazioni dei “gas serra”. Secondo alcune stime si calcola che nell’ultimo secolo si è registrato un aumento della temperatura di quasi un grado. L’aumento della temperatura produce dei fenomeni  pericolosi sia per le persone e che per l’ambiente (scioglimento delle calotte polari, uragani, inondazioni, siccità, aumento del livello del mare, scomparsa di numerose specie animali, diffusione di insetti, virus e batteri).

 

 

NORMATIVE MONDIALI

 

Per contrastare questo fenomeno sempre più pericoloso qualcosa si è cominciato a fare nel 1992 in Rio de Janeiro con la sottoscrizione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico effettuata da 174 paesi. Gli Stati aderenti assunsero l’impegno di raggiungere la stabilizzazione della concentrazione di gas serra nell’atmosfera “ad un livello tale da prevenire dannose interferenze antropiche con il sistema climatico”. Alcuni degli stati sottoscrittori si impegnarono a mantenere entro il 2000 le emissioni di gas serra ai livelli del 1990.

Con questa Convenzione fu istituita la Conferenza delle Parti (COP) che si riunisce una volta l’anno con il compito di esaminare lo stato di attuazione degli accordi.

 

 

Il protocollo di Kyoto

 

Solo con il COP3 di Kyoto si comincia ad analizzare più dettagliatamente e seriamente il problema inquinamento. Con questa Convenzione si raggiunse un traguardo molto importante verso la “risoluzione” del problema inquinamento venne adottato il Protocollo di Kyoto (PK). Lo scopo di questo protocollo era di porre degli obiettivi vincolanti per il contenimento e la riduzione delle emissioni di gas serra, stabilendo che per il periodo 2008-2012 la soglia del 5.2% in meno rispetto al 1990. Naturalmente il valore soglia del 5.2% era riferito a scala mondiale, l’Europa ha l’onore di ridurre le emissioni dell’8% ed in particolar modo l’Italia dovrà ridurre le sue emissioni del 6.5%.

Il Protocollo di Kyoto a fronte di una clausola non può entrare in vigore se non viene ratificato da almeno 55 (55% delle emissioni totali di gas serra) paesi aderenti alla Convenzione di Rio.

I problemi del protocollo di Kyoto

Il Protocollo naturalmente ha comportato grossi problemi soprattutto a quelle super-potenze mondiali come gli Stati Uniti d’America e la Russia che producono da sole più del 40% di emissioni di gas serra.

Tutt’ora siamo arrivati alla COP9 svoltasi dal 1-12 dicembre 2003 a Milano e il Protocollo di Kyoto non è ancora entrato in vigore a pieno regime causa del veto di alcuni grossi paesi industrializzati (USA, Russia, Canada, Australia, Giappone).

 

 

Grafico sulla percentuale di emissioni di biossido di carbonio


 

Cifre mozzaFIATO

 

50% di petrolio

La produzione energetica mondiale si basa per metà sul consumo di prodotti petroliferi

 

25% di anidride carbonica

In Europa, al settore dei Trasporti è attribuibile un quarto delle emissioni di CO2; In Italia, l'impatto dei trasporti è superiore a quello medio europeo.

 

13.900 MW

È la potenza eolica installata nel mondo. Il ruolo dominante appartiene alla Germania con 4.400 MW, il 30% della produzione mondiale

 

4,3%

È la riduzione dei gas serra ottenuta in Europa nel periodo 1990-1999, a fronte del -8% stabilito nel Protocollo di Kyoto come obiettivo da raggiungere tra il 2008 e il 2012.

 

100

È il numero dei paesi che dovranno lottare contro fenomeni di desertificazione.

 

+20%

Un quinto delle zone aride del mondo si sta rapidamente trasformando in deserto.

 

97

Il numero degli Stati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto per un totale del 37,4% delle emissioni (contro il 55% necessario per la sua entrata in vigore). Grandi assenti: Usa, Canada e Russia.