SILICATI
Nesosilicati:
Il tetraedro Si-O può essere isolato, si hanno allora i nesosilicati nei
quali il radicale è (SiO4)-4. la struttura è basata
su tetraedri isolati ZO4, dove Z è rappresentato esclusivamente
o quasi da Si: ne risulta una disposizione molto compatta così che i vari
minerali presentano elevati valori di rifrazione, densità e durezza. Tra i
minerali più comuni troviamo:l’olivina, i granati
e lo zircone.
Olivina
: (Mg, Fe)2SiO4 – E’ la soluzione solida fra
forsterite e fayalite con piccolissime quantità di Mn, Ca e Ti. La struttura
è basata su un impiccamento compatto di ioni ossigeno pochissimo distorto.
Le variazioni con la temperatura, la presisone e la composizione chimica
inducono sensibili variazioni nelle dimensioni degli ottaedri mentre i
tetraedri restano rigidi determinando ad un certo punto la non
corrispondenza fra questi poliedri con conseguente demolizione della
struttura e il passaggio ad altre fasi polimorfe.
In particolare ad elevatissime pressioni la
struttura tipo olivina già molto compatta si trasforma in strutture tipo
spinello con impiccamento cubico compatto.
Le transizioni a 1000°, avvengono con pressioni
dell’ordine di 100-120 kbar corrispondenti ad una profondità nel mantello di
circa 400 km, cioè dove si riscontra un salto nella velocità delle onde
sismiche. Questo induce a pensare che l’olivina si trasformi nella fase tipo
spinello nel mantello inferiore (pressioni più elevate).
La rifrazione è alta, la birifrangenza media,
entrambe crescenti dai termini forsteritici (segno ottico positivo) a quelli
fayalitici (segno ottico negativo). L’olivina si altera facilmente nel
metamorfismo superficiale in serpentino.
Ha durezza 6,5 e densità compresa tra 3 e 4;
presenta lucentezza vitrea e può essere trasparente o traslucido. Si trova
perlopiù in rocce ignee, come il basalto e la peridotite.
Granati
: A questo gruppo isomorfo di minerali cubici esacisottaedrici è possibile
attribuire la formula generale X3Y2(ZO4)3,
dove X indica un catione a coordinazione otto (Mg, Ca o Fe2+), Y
è un catione a coordinazione sei (Al o Fe3+), Z una posizione
tetraedrica quasi esclusivamente Si. I termini più importanti sono:
Piropo
Almandino
Spessartina
Grossularia
Andradite
Uvarovite
Si possono distinguere due gruppi di granati:il
primo comprende i primi tre e formano la serie detta piralspite; il
secondo comprende gli ultimi tre che formano la serie ugrandite. Le
diverse varietà di granato mostrano quasi tutte le colorazioni a eccezione
del blu, ma sono comuni pietre brune, rosse, gialle, nere e incolori. Le
pietre più scure sono di solito opache, mentre quelle chiare possono essere
trasparenti o traslucide. La durezza del granato varia da 6 a 7,5, e la sua
densità da 3,6 a 4,3.
Il più comune fra tutti i granati è
l’almandino (cristallizza nel sistema cubico) , tipico degli scisti di
metamorfismo regionale. Ha un colore rosso cupo, duro, pesante, non si
sfalda ma si rompe in schegge.
Il piropo non è mai stato rinvenuto puro,
ma sempre con notevoli quantità di almandino in soluzione solida.
La spessartina si rinviene in giacimenti
metasomatica di manganese ed in scisti di basso metamorfismo.
La grossularia e l’andradite sono
caratteristiche di rocce calcaree di metamorfismo termico e regionale.
Zircone
: ZrSiO4 – La struttura dello zircone si basa su tetraedri SiO4
isolati con dodecaedri triangolari ZrO8 che li uniscono a formare
delle catene. Nella composizione chimica dello zircone rientrano anche
alcuni minerali radioattivi come il Th o U. il loro decadimento può generare
il cosiddetto stato metamittico, cioè una distruzione da parziale a totale,
della struttura cristallina con formazione di materiale amorfo o quasi.
Le proprietà fisiche e la composizione chimica
sono influenzate da queste trasformazioni, che portano a valori di densità,
di rifrazione e di birifrangenza molto bassi e a contenuti d’acqua notevoli.
La metamittizzazione comporta la formazione di lacune reticolari.
E’ un minerale trasparente, traslucido o opaco,
composto principalmente da silicato di zirconio; ha durezza 7,5, densità
compresa tra 4,2 e 4,86 e lucentezza adamantina. Lo zircone si presenta in
cristalli appartenenti al sistema tetragonale, di solito incolori, ma
talvolta con sfumature verdi, grigie, rosse, blu, gialle o brune.
Silicati di alluminio : Sotto questo nome si comprendono i silicati che presentano Al in
specifiche coordinazioni diverse dalla tetraedrica . Fra i prodotti naturali
importanti sono tre minerali polimorfi a composizione Al2SiO5:
cianite, andalusite e sillimanite, i primi sue devono essere considerati dei
nesosilicati, il terzo un inosilicato.
Cianite
: E’ un minerale composto da silicato di alluminio, di formula Al2SiO5.
Cristallizza nel sistema triclino, in lunghe forme lamellari che presentano
lucentezza vetrosa o perlacea e normalmente hanno colore azzurro. La cianite
ha densità circa 3,6 e la durezza varia da 4 a 7, a seconda della direzione
in cui il cristallo viene scalfito. Il minerale è stato usato anche come
gemma, ma più comunemente viene estratto per fabbricare materiali ceramici
resistenti ad alte temperature. Le aree di provenienza sono il Sud degli
Stati Uniti, la Francia, la Svizzera e l'Austria.
Andalusite
: Questo minerale presenta una struttura meno densa della precedente e la
presenza delle catene parallele all’asse verticale determina una buona
sfaldatura e un abito prismatico. La durezza è praticamente costante attorno
al valore 7, il colore variabile dal rosa, al biancastro, al giallo fino al
violetto. L’andalusite è un minerale di rocce metamorfiche.
Sillimanite
: Questo minerale presenta una struttura un po’ diversa rispetto ai due
minerali precedenti, anche perché questo minerale appartiene agli
inosilicati. L’unica analogia sta nella buona sfaldatura (dovuta alla
presenza di catene). I valori della durezza (7) e della densità (3.2) sono
analoghi a quelli dell’andalusite, il colore va dal biancastro all’incolore,
più raramente al giallo e al bruno.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Olivina
|
6.5 |
3-4 |
ORTOROMBICO |
Masse
granulari |
Verdastro |
Vitrea |
Granati |
6-7.5 |
3.6-4.3 |
CUBICO |
Esacisottaedrica |
Bruno
rosso giallo nero |
|
Zircone |
7.5 |
4.2-4.86 |
TETRAGONALE |
Granuli
tondeggianti |
Verde
rosso-blu giallo |
Adamantina |
Cianite
|
3.6 |
4-7 |
TRICLINO |
Lamellare |
Azzurro |
Vitrea |
Andalusite |
7 |
|
ORTOROMBICO |
Prismatico |
Rosa-bianco giallo-viola |
Vitrea |
Sillimanite |
7 |
3.2 |
ORTOROMBICO |
|
Bianco
giallo-bruno |
Vitrea |
Soro e- ciclosilicati : Questi nomi vengono dati ai composti nei quali compaiono gruppi
discreti di tetraedri, rispettivamente non-ciclici e ciclici (ad anello).
Non si hanno costituenti fondamentali delle rocce ma solo componenti
secondari, come gli epidoti e la cordierite, o addirittura accessori
come berillo e tormalina.
I ciclosilicati hanno nella struttura anelli
discreti di tetraedri silicio-ossigeno; il numero dei componenti l’anello si
riflette sulla simmetria: così sono in genere trigonale i minerali con
anello a tre ecc.
Epidoti
: Comprende alcuni minerali monoclini e rombici con ampie sostituzioni
isomorfe a formula generale X2Y3 (ZO4) (Z2O7)
(O,OH)2 dove: X = Ca,Ce,La ; Y = Al,Fe3+,Mn3+
Z = Si.
I termini monoclini teorici sono i seguenti:
Clinozoisite, Pistacite, Piemontite e Ortite. Quelli più comuni sono i primi
due, sono facilmente sfaldabile secondo (001). Gli epidoti sono importanti
minerali metamorfici.
Berillo
: Al2Be3(Si6O18) – Questo
minerale presenta una struttura con anelli di sei tetraedri Si-O che si
ripetono lungo l’asse verticale così da determinare dei canali. Il
collegamento fra i vari anelli è assicurato da Al in coordinazione
ottaedrica e da Be in quella tetraedrica.
I cristalli hanno habitus prismatico. La
sfaldatura basale è imperfetta. Il minerale cristallizza nel sistema
esagonale, ha lucentezza vitrea, con caratteristiche che dipendono
principalmente dalla durezza, dalla trasparenza e dal colore. La durezza
varia da 7,5 a 8 e la densità da 2,75 a 2,8.
Il berillo si rinviene spesso in druse entro
rocce granitiche; è un tipico minerale delle pegmatiti. Il berillo puro è
incolore e trasparente, ma la presenza di impurità conferisce colorazioni
caratteristiche; ad esempio, lo smeraldo è la varietà verde che deve il suo
colore alla presenza di Cr e V; l’acquamarina sembra che debba il suo colore
alla presenza di Fe ferroso.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Epidoti |
|
|
MONOCLINI
ROMBICI |
Prismatici |
|
|
Berillo |
7.5-8 |
2.75-2.8 |
ESAGONALE |
Prismatici |
|
Vitrea |
Inosilicati
: La disposizione indefinita secondo una dimensione dei tetraedri può
realizzarsi in diversi modi a seconda della periodicità entro lo sviluppo
unidimensionale. Tale sviluppo può avvenire secondo catene singole o doppie.
La disposizione a catena di tetraedri si riflette sulla morfologia: questi
minerali si presentano in genere allungati, talvolta addirittura fibrosi,
con nette sfaldature secondo piani paralleli alla direzione di sviluppo
delle catene. Al centro di tetraedri comincia a diventare non trascurabile
la sostituzione Si-Al. Tra gli inosilicati figurano i pirosseni.
Pirosseni
: Sono il più importante gruppo di minerali ferromagnesiaci delle rocce con
notevoli sostituzioni isomorfe. I pirosseni possono essere così
classificati:
Pirosseni a magnesio-ferro
Enstatite
Ferrosilite
Ortopirosseni
Pigeonite (Clinopirox)
Pirosseni a calcio
Diopside
Hedenbergite
Augite (pirosseno calcico)
Johannsenite
Pirosseni a calcio-sodio
Onfacite
Egirinaugite
Pirosseni a sodio
Giadeite
Egirina
Pirosseni a litio
Spodumene
I più comuni pirosseni sono riferibili alla
porzione inferiore del diagramma triangolare MgSiO3-FeSiO3-CaSiO3
avente forma di trapezio e a cui vertici sono diopside CaMgSi2O6
(Di) – hedenbergite CaFeSi2O6 (He) – enstatite Mg2SI2O6
– ferrosilite Fe2Si2O6 (Fs). In prossimità
della base si presentano gli ortopirosseni, spesso indicati genericamente
come iperstene, all’esterno i clinopirosseni, soprattutto augite. La
porzione centrale è scarsamente rappresentata dalla non frequente pigeonite.
La struttura tipica dei pirosseni consiste di
catene di tetraedri a sviluppo indefinito a periodicità due, con radicale Z2O6
, collegate fra loro dai cationi le cui dimensioni condizionano le
coordinazioni e la simmetria. Naturalmente ci sono sempre delle deviazioni
angolari con una spiccata tendenza verso l’impaccamento compatto cubico od
esagonale.
Gli ortopirosseni sono
relativamente frequenti in rocce basiche e ultrabasiche. I cristalli sono
prismatici tozzi. I termini magnesiaci sono incolori o biancastri, quelli
ferrosi da verdi a bruno rossastri fino a neri con un discreto pleocroismo.
Durezza 5-6-, densità 3.2 – 4.0. Nettissima la sfaldatura prismatica.
Fra i pirosseni a calcio,
diopside ed hedenbergite formano una soluzione solida completa
abbastanza diffusa in rocce basiche, ultrabasiche e alcaline.
Il pirosseno calcico di gran lunga più frequente
è l’augite costituente fondamentale delle rocce basiche. La sua
composizione chimica è molto complessa con ampie sostituzioni interessanti
tutte e tre le posizioni cationiche. L’augite si presenta spesso in
cristalli prismatici; presenta una durezza 6 e una densità 3.2 – 3.5. Buona
la sfaldatura (110). Comune la geminazione (100) sia semplice che multipla.
Il colore varia dal verde al bruno fino al nero.
La johannsenite è l’angolo a Mn del
diopside e la sua distribuzione è limitata a calcari metasomatizzati.
I pirosseni a sodio-calcio hanno
una diffusione più limitata rispetto a quelli a calcio. Due i termini:
onfacite (in posizione ottaedrica prevale l’Al), tipica delle eclogiti
(rocce metamorfiche di alta pressione), e d egirinaugite (in
posizione ottaedrica prevale il Fe3+) caratteristiche di rocce
magmatiche alcaline.
I pirosseni a sodio sono
caratterizzati da minime sostituzioni entro i tetraedri così che le
composizioni chimiche reali si avvicinano molto a quelle teoriche. Tra i
pirosseni a sodio troviamo: la giadeite e l’egirina.
Anfiboli
: Gli anfiboli sono un altro importantissimo gruppo di minerali la loro
formula generale è: W0-1X2Y5 [(Z4O11)]
(OH)2 . La posizione Z è occupata da Si o Al, quella Y può
ospitare cationi medio-piccoli, la posizione X cationi medio-grandi, quella
W solo cationi grandi.
La classificazione degli anfiboli si basa
sull’occupazione di X individuando sostanzialmente tre tipi di anfiboli:
1 anfiboli a Fe-Mg (antofillite);
2 anfiboli a Ca (orneblenda);
3 anfiboli a Na (glaucofane).
La struttura degli anfiboli si basa su catene
doppie di tetraedri a periodicità due, radicale Z4O11
che si sviluppano secondo l’asse c.
La costruzione dei diagrammi di stato degli
anfiboli è moto più complessa di quella dei pirosseni, soprattutto per la
presenza di ossidrili che prefigura l’acqua come componente. Pertanto per
gli anfiboli si preferisce fornire diagrammi di stabilità che mettono in
evidenza alcuni fatti fondamentali per le condizioni genetiche delle rocce.
Gli anfiboli sono i minerali femici prevalenti in condizioni di P-T
intermedie e di rocce magmatiche a medio contenuto di SiO2. A
maggiori temperature gli anfiboli si trasformano in pirosseni perdendo
acqua, e a temperature minori in fillosilicati (talco, clorite o biotite)
aumentando il contenuto in acqua.
Gli anfiboli sono assieme ai pirosseni fra i più
comuni minerali ferromagnesiaci delle rocce. La somiglianza chimica e
fisica fra questi due grandi gruppi è notevole tanto che essi sono stati a
lungo considerati fasi polimorfe di composti chimici analoghi. Considerando
anche l’aspetto strutturale gli anfiboli si possono vedere come un termine
di passaggio fra i pirosseni (inosilicati) e le miche (fillosilicati).
Si tratta di minerali di forma prismatica,
appartenenti ai sistemi cristallini rombico o monoclino, in genere di
notevole durezza (5–10) e densità, lucentezza vitrea e colore variabile, dal
bianco al nero, a seconda della composizione chimica.
Gli anfiboli hanno interesse soprattutto dal punto di vista
scientifico e, solo occasionalmente, attraggono l'attenzione dei
collezionisti. Membri della famiglia particolarmente importanti per lo
studio mineralogico-petrografico sono le orneblende (contenenti ferro,
magnesio e alluminio), gli anfiboli sodici (come il glaucofane) e i minerali
della serie isomorfa tremolite-attinolite (dal termine più ricco in magnesio
a quello più ricco in ferro).
L’orneblenda si presenta in cristalli ad
abito prismatico. Caratteristiche la sfaldatura prismatica. Durezza 5–6 . il
colore varia dal verde fino al nero. L’orneblenda è un minerale a vasta
diffusione. Può riscontrarsi in tutte le rocce intrusive.
Glaucofane è un tipico minerale di metamorfismo
regionale.
Fillosilicati
: La disposizione indefinita dei tetraedri ZO4 su due dimensioni
è suggerita dalla perfetta sfaldatura basale e dall’abito spesso lamellare.
Questa disposizione è realizzata comunemente attraverso l’unione di più
nastri di tetraedri, dei tipi già descritti fra gli inosilicati. I
fillosilicati si possono ripartire in due grandi gruppi: uno risultante
dalla ripetizione indefinita su uno strato di anelli esagonali di tetraedri
e un altro eterogeneo con anelli di tetraedri di foggia e di dimensioni
varie.
Caratteristica comune a tutti i fillosilicati del
gruppo più numeroso è la presenza costante di ossidrili. Nei più comuni
fillosilicati gli strati di tetraedri ZO4 (strati T) si saldano
con strati di ottaedri (strati O) che possono ospitare al centro ioni
bivalenti Mg o trivalenti come Al.
Da un punto di vista cristallografico gli strati
sono paralleli alla faccia basale (001) cui corrisponde una perfette
sfaldatura.
Il periodo basale per la sequenza T-O è circa 7
A. un’importante sequenza è anche quella T-O-T che vede uno strato
ottaedrica racchiuso da due tetraedrici. A questa sequenza corrispondono due
minerali metamorfici, la pirofillite (diottaedrica) e il talco
(triottaedrico). Questi minerali si presentano in aggregati lamellari
squamosi, untuosi al tatto, mostrano una perfetta sfaldatura basale. Hanno
rispettivamente durezza 1.5 e 1 ed una densità 2.6 e 2.9.
La classificazione di minerali appartenenti alla classe dei
fillosilicati si basa soprattutto sulla base della loro struttura, rivelata
dal periodo basale e dalle variazioni di questo dopo trattamenti termici e
chimici. Il periodo basale indica la sovrapposizione degli strati
costitutivi mentre le altre costanti reticolari rilevano solo se gli strati
sono di-triottaedrici.
I minerali argillosi possono essere divisi nei seguenti gruppi
principali:
a) a due strati;
b) a tre strati;
c) quattro strati;
d) a strati misti.
Minerali argillosi a due strati
: Lo schema strutturale è già stato descritto come l’unione T-O di uno
strato tetraedrico con uno ottaedrico.
Il termine diottaedrico più comune è la
kaolinite Al2Si2O5(OH)4
triclina, meno frequente l’ halloisite che però presenta una differenza sia
chimica che strutturale in quanto contiene una molecola di H2O
che porta il periodo basale a 10 A che può ridursi a 7 A per disidratazione
termica e dilatarsi a circa 11 A per sostituzione di uno strato di acqua con
uno di glicol.
Le sostituzioni isomorfogene sono minime in tutti
questi minerali. La morfologia è tabulare per la kaolinite con contorni
pseudoesagonale nelle varietà meglio cristallizzate mentre è tubolare per l’
halloisite. La kaolinite, presente in lamelle grosse, mostra durezza 2-2.5 e
densità 2.6-2.7.
La kaolinite è uno fra i comuni minerali
argillosi: può essere depositata da soluzioni idrotermali ma più spesso è il
prodotto di un’alterazione in ambiente acido dei feldspati.
Sotto il nome di serpentino si riuniscono
diverse modificazioni polimorfe del composto Mg3(Si2O5)(OH)4
corrispondete triottaedrico della kaolinite. Nel pacchetto T-O i due strati
non si sovrappongono perfettamente perché lo strato tetraedrico ha
dimensioni leggermente inferiori. Perciò, strutture stabili si possono
ottenere solo mediante artifici vari realizzati nelle varie forme polimorfe.
Minerali argillosi a tre strati
: Sono caratterizzati da un pacchetto di tre strati T-O-T intervallato da
cationi interstrato.
Nell’illite il catione è il potassio: si
ha quindi una notevole somiglianza con le miche (muscovite). La struttura è
simile a quella della muscovite ma con minore regolarità nell’impilamento
dei pacchetti. Il periodo basale è di circa 10 A, non è influenzato da
trattamenti termici e chimici perché al suo interno non vi è acqua. Le
illiti non hanno morfologia tipica, ma si presentano in microspia
elettronica in masse irregolari. L’illite è il costituente prevalente delle
argilliti. L’origine di questo minerale è dovuta all’alterazione in ambiente
alcalino del feldspato
Facilmente scambiabili nei minerali del gruppo
della montmorillonite sono i cationi inetrstarto Na e Ca. i cosiddetti
montmorillonoidi o smectiti possono essere di- o triottaedrici e possono
immaginarsi derivati rispettivamente da pirofillite e talco.
Le montmorilloniti presentano in massimo
grado la capacità di scambio cationico e la possibilità di espandere il
periodo basale in seguito alla sostituzione dell’acqua interstrato con altre
molecole polari: caratteristico è lo spostamento a 17 A per trattamento con
glicerina o glicol etilenico. L’allontanamento dell’acqua per riscaldamento
riduce il periodo basale a circa 10 A. Le montmorilloniti sono sempre in
aggregati minuti.
La vermiculite è molto simile alle
montmorilloniti dalle quali si differenzia per avere cationi interstrato
costituiti essenzialmente da Mg con un complesso di cariche maggiori in
seguito ad una notevole sostituzione Si-Al negli strati tetraedrici.
Minerali argillosi a quattro strati
: Così sia pure impropriamente possono essere descritte le cloriti.
La struttura delle cloriti consta di un pacchetto talcoso T-O-T cui segue
uno strato triottaedrico, da portare il periodo basale a 14 A. la
composizione chimica può variare entro limiti piuttosto ampi e di vari
termini possono essere descritti in funzione del contenuto degli strati
ottaedrica e di quelli tetraedrici.
Le cloriti sono generalmente verdi e brune e le varietà ossidate.
Presentano una perfetta sfaldatura basale, flessibili ma non elastiche,
hanno durezza 2-3 e densità 2.6-3.3.
Sono caratteristiche sia di rocce metamorfiche di basso grado (fase
degli scisti verdi) che di rocce sedimentarie clastiche.
Minerali argillosi a strati misti
: Poiché i materiali costitutivi delle sialliti sono sempre gli stessi,
tetraedri Si-O e ottaedri (Mg,Al)-O, si può facilmente comprendere come sia
possibile giungere a combinarli non solo secondo i tipi già descritti, ma
anche in maniera complessa, cioè alternando, nella direzione di impilamento
degli strati, pacchetti di diversa composizione. Si hanno così i minerali a
strati misti che possono essere distinti in regolari e
irregolari a seconda del modo di ripetizione dei pacchetti
costitutivi.
I minerali a strati misti regolari derivano dall’alternanza
regolare, spesso in rapporto 1:1, dei pacchetti componenti e si comportano
normalmente alla diffrazione dei raggi X: il periodo basale è dato dalla
somma di quello dei componenti e si hanno le comuni riflessioni di ordine
superiore con distanze reticolari pari a sottomultipli del periodo stesso.
Caratteristico è invece il comportamento dei minerali a strati misti
irregolari: la sovrapposizione disordinata dei pacchetti conduce ad un
periodo basale vero estremamente grande.
Questi minerali a strati misti sono molto diffusi nelle serie
sedimentarie
I fillosilicati più comuni sono le miche, che si
dividono in: miche alcaline diottaedriche (muscovite) e miche
alcaline triottaedriche (biotite).
La struttura consta di un pacchetto T-O-T cui si
aggiunge il grosso catione interstrato la cui carica bilancia normalmente la
deficienza dovuta agli ioni Al tetraedrici. Le posizioni ottaedriche sono
comunemente occupate da 3 Mg o Fe2+ (triottaedrico
→ biotite) o da 2 Al (diottaedrica
→ muscovite).
La disposizione pseudoesagonale dei tetraedri Si-O genera la
possibilità di un diverso impilamento dei successivi strati con la
formazione di differenti polimorfi. Infatti un pacchetto T-O-T può disporsi
nella stessa maniera del precedente con un periodo basale di circa 10 A
oppure ruotare di 60° in un senso o in quello opposto, producendo altri
polimorfi rispettivamente con periodo doppio e simmetria monoclina, doppio e
rombica, triplo e trigonale, sestuplo ed esagonale.
Muscovite
: K2Al4(Si6Al2O20)(OH)4
– Questa particolare mica appartiene al gruppo delle miche alcaline
diottaedriche. La muscovite come tutti i fillosilicati si presenta in
cristalli lamellari con facilissima sfaldatura basale. Durezza 2.5-3 a
seconda se parallelo o perpendicolare alla base, densità 2.8-2.9.
Caratteristica l’elasticità delle lamelle. Sono delle miche chiare perché
incolori o con lievi tonalità sul verde, rosa o grigio. La muscovite è un
minerale metamorfico; è un costituente fondamentale dei micascisti e di
molti gneiss.
Biotite
: K(Mg,Fe)3(Si3Al)O10 (OH)2
– Questa particolare mica appartiene al gruppo delle miche alcaline
triottaedriche. Anche questa mica si presenta in cristalli lamellari e mette
in risalto la simmetria pseudoesagonale. Perfetta la sfaldatura basale.
Durezza, a seconda se parallela o perpendicolare alla base, 2.5-3; densità
2.7-3.3. Il colore passa dal marrone chiaro a quello scuro fino a nero.
La biotite ho una diffusione vastissima fra le
rocce metamorfiche come scisti e gneiss.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Muscovite |
2.5-3 |
2.8-2.9 |
MONOCLINO
(PSEUDOESAGONALE) |
Lamellare |
Incolore |
Madreperlacea |
Biotite |
2.5-3 |
2.7-3.3 |
MONOCLINO
(PSEUDOESAGONALE) |
Lamellare |
Bruno-giallo |
Da
madreperlacea a un po’ metallica |
Tectosilicati
: La compartecipazione di tutti e quattro gli ossigeni dei tetraedri con
tetraedri adiacenti conduce a un radicale ZO2 che, ove sia solo
Si al centro dei tetraedri, si identifica col composto SiO2, la
silice.
Si tratta di minerali a struttura piuttosto
aperta e con bassi valori di densità e indici di rifrazione.
Silice : d4el composto SiO2, il più
semplice tectosilicato, esistono numerose forme polimorfe, molte delle quali
si rinvengono in natura. Quelle più comuni sono: quarzo α,
tridimite e cristoballite.
Esistono tre gruppi strutturali, quarzo,
tridimite e cristoballite, ciascuno dei quali comprende fasi singole α e β
(di bassa e alta temperatura). Mentre il passaggio fra gruppi diversi è
complesso e lento, le trasformazioni entro i gruppi strutturali sono
semplici e rapide in quanto consistono in lievi spostamenti dei tetraedri
Si-O senza rottura dei legami, con abbassamento della simmetria nel
passaggio β → α . La base strutturale di tutte le forme di silice è il tetraedro
SiO4 che mette in compartecipazione tutti i suoi ossigeni con
altri tetraedri a formare l’impalcatura tipica dei tectosilicati.
Quarzo α
: Appartiene alla classe trigonale . L’habitus tipico è prismatico. Utile
per riconoscere il verso del cristallo e la geminazione. Altri habitus sono
più rari, come quello bipiramidale, dato dall’uguale sviluppo dei romboedri
e dalla riduzione o scomparsa del prisma.
Il quarzo non presenta netti piani di sfaldatura,
ma subisce piuttosto una frattura concoide. Durezza 7, densità 2.65. nette
le proprietà piro e piezoelettriche, queste ultime molto sfruttate nella
costruzione di lamine usate come oscillatori in elettronica.
Il quarzo è un costituente essenziale delle rocce
eruttive acide, di moltissime rocce metamorfiche ed è, a causa della sua
resistenza all’alterazione, il costituente principale dei sedimenti
clastici, in alcuni dei quali può sfiorare il 100% in contenuto.
Tridimite
: Il quarzo esiste nella forma tridimite tra gli 870 °C e i 1470 °C. Spesso
trigeminata (da ciò il nome) con habitus tabulare, presenta una densità
piuttosto bassa 2.22. Durezza 7; incolore o bianca con la lucentezza
vetrosa, frattura concoide.
E’ un minerale delle rocce non molto comune, importante solo
localmente, come in alcune rocce effusive acide, in arenarie
termometamorfosate da intrusioni basiche e in alcune meteoriti.
Cristoballite : Il quarzo esiste nella forma cristobalite al
di sopra dei 1470 °C. La più rara delle forme cristalline in cui si trova in
natura il biossido di silicio, o silice. È un minerale di colore
bianco-giallastro, con lucentezza vitrea, che cristallizza nel sistema
tetragonale, ma che non presenta individui cristallini sfaldati e
riconoscibili, bensì aggregati di forma sferoidale. Ha durezza 6,5 e densità
2,33. La cristobalite si trova associata a rocce ignee; ne è stata
riscontrata la presenza anche in rocce lunari e in meteoriti. Non ha
importanza economica e neppure particolare pregio estetico, ma viene
ricercata dai collezionisti per la sua rarità.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Quarzo |
7 |
2.65 |
TRIGONALE |
Prismatico |
|
|
Tridimite |
7 |
2.22 |
|
Tabulare
|
Incolore
o bianco |
Vetrosa |
Cristoballite |
6.5 |
2.33 |
TETRAGONALE |
Sferoidale |
|
Vitrea |
Feldspati : I feldspati costituiscono il gruppo più importante dei
minerali delle rocce: formano circa il 60% della crosta terrestre e sono
presenti praticamente in tutti i tipi di rocce magmatiche, metamorfiche e
sedimentarie clastiche.ai feldspati è possibile assegnare la formula W(ZO2)4
dove W è un grosso catione che si dispone fra gli ampi spazi esistenti fra
l’impalcatura tridimensionale dei tetraedri Z-O, il bilancio delle cariche
richiede che si abbia Al in uno o due dei quattro tetraedri a seconda che il
catione sia mono o bivalente.
Nella struttura il concatenamento tridimensionale, tipico dei
tectosilicati, può essere visto come il collegamento di una serie di catene.
Nei feldspati si possono distinguere tre serie: i feldspati di bario,
i feldspati alcalini a K-Na e i plagioclasi a Na-Ca.
A bassa temperatura, la serie dei feldspati alcalini presenta un
vasto campo di miscibilità e si riduce a due fasi, una potassica (ortoclasio
o microclino) ed una sodica (albite) con modeste sostituzioni.
Una caratteristica comune a tutti i feldspati è la possibilità di
presentare, secondo la temperatura di cristallizzazione e le modalità di
raffreddamento, più di un tipo strutturale legato alla sostituzione fra Si e
Al nel centro dei tetraedri. Questa distribuzione sarà disordinata se il
feldspato si è raffreddato rapidamente così da mantenere l’originale
disordine, mentre si potrà giungere ad una distribuzione ordinata, non solo
in prodotti di bassa temperatura, ma anche per lentissimo raffreddamento di
materiali cristallizzati ad elevata temperatura.
Feldspati alcalini : I termini estremi sono presenti in natura in
varie forme: il feldspato potassico K(AlO2)(SiO2)3
come
sanidino
di alta temperatura
ortoclasio
di temperatura intermedia
microclino
di bassa temperatura
Il feldspato sodico Na(AlO2)(SiO2)3
come albite (di alta e bassa temperatura). I feldspati alcalini
presentano una miscibilità completa solo ad elevata temperatura. A
temperature minori i componenti estremi diventano ortoclasio e albite.
L’habitus tipico dell’ortoclasio e del microclino è prevalentemente
prismatico con uno sviluppo prevalente del pinacoide (010). Ottime le
sfaldature (001) e (010), nei termini monoclini esattamente e in quelli
triclini quasi perpendicolari fra loro.
I feldspati alcalini con l’eccezione dell’albite (di bassa
temperatura) sono otticamente negativi.
La durezza è 6, la densità varia da 2.56 (ortoclasio) a 2.63
(albite). I feldspati sono per lo più biancastri o rosa. I feldspati
alcalini hanno una notevole diffusione in quanto sono tipici costituenti
fondamentali di rocce eruttive acide e alcaline come graniti.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Sanidino |
6 |
2.54-2.56 |
MONOCLINO |
|
Incolore |
Vitrea |
Ortoclasio |
6 |
2.54-2.56 |
MONOCLINO |
|
Bianco-giallo rossastro-rosso |
Vitrea |
Microclino |
6 |
2.54-2.56 |
TRICLINO |
|
Bianco |
Vitrea |
Plagioclasi : sono i feldspati a Na e Ca ed hanno come termini estremi
della serie isomorfa l’albite e l’anortite. Per convenzione i vari termini
della soluzione solida prendono i seguenti nomi:
Albite
Oligoclasio
Andesina
Labradorite
Bytownite
Anortite
Le osservazioni microscopiche indicano i plagioclasi come una
soluzione solida completa a tutte le temperature.
Ad alta temperatura esistono due tipi strutturali, quello dell’albite
A.T. che passa per alti contenuti di Ca a quello anortite a corpo centrato
(I) ognuno con ampie sostituzioni isomorfe do coprire l’intero campo. A
bassa temperatura le strutture stabili sono l’albite B.T. e l’anortite
primitiva (P) con sostituzioni isomorfe quasi inesistenti.
I plagioclasi contengono sempre piccole quantità di K, soprattutto
nei termini più sodici i quali, per il loro maggiore contenuto in silice,
vengono detti acidi in contrapposizione a quelli più calcici, detti basici.
I plagioclasi divengono instabili trasformandosi in vari prodotti di
alterazione come minerali argillosi e zeoliti o cambiando sostanzialmente la
propria composizione in senso acido dato che delle alterazioni è più facile
preda la fase anortitica.
L’habitus del plagioclasi è simile a quello già descritto per i
feldspati alcalini, spesso però sono tabulari. La sfaldatura ottima secondo
(001). Durezza 6, densità variabile da 2.63 (albite) a 2.76 (anortite). Il
colore è generalmente bianco, ma si hanno anche cristalli incolori o
variamente colorati.
Le proprietà ottiche variano notevolmente sia in funzione della
composizione che de grado di ordine strutturale. Alcune di questa variano
regolarmente come gli indici di rifrazione, altre periodicamente come
l’angolo degli assi ottici e il segno ottico. La misura di tali parametri in
sezione sottile è in genere approssimata. Determinazioni più precise si
svolgono sfruttando la sensibile variazione della posizione
dell’indicatrice, cioè misurando meglio se al tavolino universale, angoli di
estinzione rispetto alle tracce dei paini di sfaldatura o dei piani di
contatto di geminati.
La determinazione del contenuto in anortite dei plagioclasi è
importante perché la loro composizione è utile come criterio di
classificazione petrografica.
Feldspatoidi : Gruppo di minerali delle rocce comprendente diverse serie
di allumosilicati di sodio, potassio e clasto che hanno rispetto ai
feldspati, un minor contenuto in silice per la povertà di questa nei magmi
di provenienza. Molto meno diffusi dei feldspati . si conoscono due serie
principali: leucite e nefelina.
Leucite : E’ il gruppo che meno si allontana come composizione dai
feldspati potendosi scrivere W(ZO2)3 . Il termine più
importante è la leucite K(AlSi2O6) tetragonale
bipiramidale.
Minerale costituito da alluminosilicato di potassio. Se solidifica
lentamente alla temperatura di circa 500 °C, cristallizza nel sistema
cubico, ma a temperature inferiori forma cristalli appartenenti al sistema
ortorombico. È un minerale traslucido, di colore variabile dal bianco al
grigio e lucentezza da vitrea a opaca; ha durezza compresa tra 5,5 e 6 e
densità pari a 2,5.
Si forma solo in rocce ignee il cui magma di origine conteneva silice
in quantità insufficiente per combinarsi col potassio a produrre feldspato;
pertanto non può coesistere in una stessa roccia con il quarzo. In Italia è
presente nelle rocce del Vesuvio.
Nefelina : Comprende i feldspatoidi a minor contenuto in silice cui
si può assegnare la formula generale W(ZO2)2 ossia
teoricamente i termini della soluzione solida fra Na(AlSiO4)e
K(AlSiO4).
Al termine sodico (nefelina) si può assegnare la formula Na3
(Na,K) (Al4Si4O16). La struttura esagonale
è simile a quella della tridimite.
Il composto potassico K(AlSiO4) è rappresentato da almeno
sei modificazioni polimorfe, le più importanti delle quali sono la kalsilite
e la kaliofilite.
La nefelina è esagonale piramidale e si presenta in cristalli bianco
grigiastri con abito prismatico tozzo e sfaldature non facili. Durezza
5.5-6, densità 2.56-2.66.
La nefelina è il più importante feldspatoide ed è presente in molte
rocce alcaline, sia intrusive che effusive.
Minerale |
Durezza |
Densità |
S.C. |
Morfologia |
Colore |
Lucentezza |
Leucite |
5.5-6 |
2.5 |
TETRAGONALE |
|
Incolore
bianco |
Vitrea-opaca |
Nefelina |
5.5-6 |
2.56-2.66 |
ESAGONALE |
Prismatico tozzo |
Incolore
bianco |
Madreperlacea |